Tour de France 2018, Lefevere: “I velocisti sono mandati al massacro”
La dodicesima tappa del Tour de France 2018 è destinata a far discutere a lungo gli appassionati di ciclismo. Oltre alla clamorosa vicenda della caduta di Vincenzo Nibali e al pugno rifilato a Chris Froome da un tifoso, la frazione si è contraddistinta per il ritiro di alcuni dei velocisti più accreditati della Grande Boucle. Sono saliti sull’ammiraglia, nell’ordine, Dylan Groenewegen (Team Lotto NL-Jumbo), Andrè Greipel (Lotto Soudal) e Fernando Gaviria (Quick-Step Floors), oltre al meno quotato Rick Zabel (Katusha-Alpecin). La corsa rimane quindi orfana di molti dei protagonisti attesi nelle volate, dopo che Mark Cavendish (Dimension Data) e Marcel Kittel (Katusha-Alpecin) avevano finito l’undicesima tappa fuori tempo massimo, non riuscendo a reggere le durissime salite alpine.
Una delle squadre più penalizzate è la Quick-Step Floors, che ha perso il suo uomo di punta per le volate, il Fernando Gaviria già vincitore di due frazioni. Il Direttore Sportivo Patrick Lefevere ha commentato l’accaduto senza mezzi termini: “I velocisti sono mandati al massacro, sempre di più. È una tendenza globale nel ciclismo attuale. Gli organizzatori disegnano tappe ogni volta più dure. Ho effettuato tutto il percorso dell’undicesima e della dodicesima tappa in macchina e vi assicuro che è stata più che una questione di muscoli. Sarebbe bene ricordarsi di volta in volta che i corridori restano degli uomini e non dei robot“.
Gli fa eco Brian Holm, uno dei DS della squadra: “Tutti questi corridori non possono essere diventati scarsi da un giorno all’altro. Si potrà dire che la mia posizione sia influenzata per il fatto che possediamo uno dei migliori specialisti delle volate nella nostra squadra, ma vi assicuro che farei lo stesso discorso se lavorassi per un’altra formazione. I distacchi concessi sono troppo pochi. Malgrado la sua stazza, Greipel scala piuttosto bene e ha concluso i suoi sette precedenti Tour senza troppi problemi. Bisogna quindi farsi certe domande. I ragazzi hanno già combattuto per due giorni per tagliare la linea del traguardo in tempo. A un certo punto, l’elastico si spezza”.
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